Donna dell’Etna Carciofi Fave verdi su drappo rosso (Foto b/n) |
Tornai a pensare ai miei problemi. Mi sovvenne che, nel ’41, raccogliesse le dispense del corso di ‘Storia Romana’ la collega Maria Messina. Sapevo dove trovarla in agosto, villeggiante a Gravina. Ottenni quelle dispense e presi a studiarle. Per la ‘Filosofia’, avevo il testo. Esperto di tattica militare, con proprietà di linguaggio, all’esame, sulla ‘battaglia del Trasimeno’, feci bella figura con il tremendo prof. Ettore Paratore. Non mi chiese altro. Me la cavai, anche su ‘Plotino’, con il prof. Carmelo Ottaviano. Per l’esame di ‘Tedesco’ (biennale), decisi di mostrare il mio piastrino metallico di ‘krigsgefangen’ e dichiarare che per quella lingua avevo ormai una assoluta idiosincrasia. Risoluto, il prof. Santino Caramella segnò un bellissimo ‘24’ nel mio libretto. Lo avrei baciato! Superai tosto agevolmente la prova di ‘Latino scritto’, componendo uno stringato profilo storico-critico su ‘Lucrezio’. Dal prof. Stefano Bottari, Ordinario di Storia dell’Arte Medioevale e Moderna, ottenni di svolgere una tesi orale. Egli scelse ‘Telemaco Signorini e i Macchiaioli’. Ma si era ormai a novembre inoltrato; rinviai al prossimo giugno quell’ultimo passo. Avevo tempo libero e ripresi finalmente a dipingere: Donna dell’Etna, Due carciofi, Natura morta e cannata e Fave verdi su drappo rosso. Si era aperta in quei giorni al Circolo Artistico di Catania la ‘Promotrice d’Arte’, a cui partecipavano artisti di tutta l’isola. Tramite l’amico Pino Basile, giornalista del quotidiano L’ORA di Palermo (anch’egli già a Wietzendorf), recensii quella panoramica sulla rivista settimanale CHIAREZZA. Vi collaborai ancora con articoli sull’attività individuale di pittori e scultori catanesi nel corso del ’46. Improvvisai anche alla Radio locale un commento estemporaneo della successiva mostra di fotoincisioni a colori di opere degli ‘Impressionisti’ al Circolo Artistico. Dipinsi quindi I consigli alla sposa arguto raduno di amiche e Le comete mitici fanciulli con aquiloni. Intanto, il prof. Maganuco era passato ad insegnare all’Università ‘Storia delle Arti e Tradizioni Popolari’. Assegnò, quale tesi di laurea, ‘La Festa di san Vito a Mascalucia’ alla sorella di Maria, Lina, che si rivolse a me. Il sacerdote don Alfio Lombardo, curato della chiesa di san Vito, le avrebbe fornito le opportune informazioni. Lina venne a quel colloquio in compagnia di una zia, Amalia, che volle salutare mia Madre, amica sua da giovane. Nel corso di quell’incontro, emerse che i rispettivi Nonni materni delle due famiglie, Messina e Consoli, fossero tra loro primi cugini. Mia Madre rievocò di avere, con me in braccio, incontrato la Mamma di Lina, quando ancora aveva soltanto Maria di un anno. |
Natura morta e cannata |
I consigli alla sposa |
Ragazzi con l’aquilone |
Le donne del gallo |